Prima edizione italiana del libro subito messo all'indice dal governo cinese
Un documento eccezionale sulla disastrosa situazione alimentare in Cina e sul pericolo connesso alle esportazioni di prodotti cinesi all'estero. Un resoconto dettagliato - attraverso le testimonianze di produttori di generi alimentari, itticoltori, commercianti, ristoratori, contadini, medici, ricercatori e semplici consumatori - sull'utilizzo di anticoncezionali, ormoni, pesticidi, coloranti, anabolizzanti, additivi tossici nella produzione e nella conservazione dei prodotti alimentari. Questo libro, uscito in Cina nel 2006, è stato immediatamente messo all'indice dal governo cinese. Nello stesso anno, è stato premiato a Berlino al Lettre Ulysses Award for the Art of Reportage (lo stesso premio che nel 2003 venne conferito ad Anna Politkovskaya). Dice l'autore: "Il terrore di un regime dittatoriale ha fatto convergere l'interesse dei cinesi in un'unica direzione. Vista l'impossibilità di partecipare all'attività economica e politica, il cibo diventa parte essenziale della vita quotidiana, assurge a status symbol, a dimostrazione del valore dell'esistenza. La realtà in cui viviamo non ci garantisce più il minimo indispensabile... occorre scoprire il terrore e le menzogne su cui si regge questo regime. Io ho deciso d'incominciare dal problema del cibo, perché in questo ambito siamo arrivati a una situazione esasperante".
Il libro si articola in cinque parti: i casi reali di inquinamento nella produzione e consumo degli alimenti; lo stato dei controlli standardizzati nei mercati internazionali e la situazione deficitaria nel mercato interno; l'uso di anabolizzanti tossici nella produzione della carne; l'"inquinamento" delle coscienze, viatico alle speculazioni; la collusione del sistema politico.
I personaggi e le storie del libro si presentano in modo autentico, ma vivono anche nella descrizione letteraria di un'avventura che per il momento pare senza via d'uscita.
Zhou Qing (1965), giornalista, esperto di storia cinese antica, studioso di usi e costumi popolari contemporanei del suo paese, vive e lavora a Pechino. Già primo redattore al "Folk Magazine" e all'"Economy & Trade", dirige lo Xi'an Cang Xie Cultural Research Institute e collabora con la rivista "Oral Museum". Arrestato nel 1989 per la partecipazione alle contestazioni in piazza Tiananmen, ha rifiutato la rieducazione e tentato la fuga e per questo è stato sottoposto al rigoroso piano di "riabilitazione" del regime. Membro dell'Independent Chinese Pen Association, dal 2002 s'interessa di questioni di sicurezza alimentare.
(Spirali Editore)
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